Dopo la sconfitta in campionato col Real Madrid, ai blaugrana resta soltanto la semifinale di Champions League: tutto pronto allora al Camp Nou per ribaltare l’1-0 dell’andata coi Blues, imbattuti nelle ultime tre partite nel tempio del calcio catalano. Guardiola lascia Dani Alves in panchina preferendogli l’emergente Cuenca  varando un inedito 3-3-3-1, con Messi alle spalle dell’unica punta Sanchez, mentre Di Matteo si affida alla formazione tipo. Bastano appena pochi minuti dal fischio iniziale per cogliere il canovaccio della gara, con i padroni di casa a macinare gioco più velocemente del solito alla ricerca dell’immediato vantaggio e gli ospiti arroccati su linee molto strette e rinunciatari in attacco, a dispetto delle dichiarazioni ambiziose di Di Matteo: al terzo minuto arriva allora la prima triangolazione fulminea dei blaugrana, con Messi e Sanchez a duettare al limite dell’area, ma la conclusione dell’argentino, incuneatosi in area sul lato destro, finisce sull’esterno della rete. Al decimo Meireles tocca troppo corto indietro e sul pallone si avventano i giocatori del Barcellona, che servono sulla sinistra Iniesta il quale, messo a sedere Cahill, scodella in mezzo senza trovare compagni: unico esito dell’azione, l’infortunio del difensore inglese, sostituito di lì a poco da Bosingwa, con Ivanovic che scalla in mezzo dalla destra. La malasorte dei difensori tocca pure Piqué, assente all’andata per scelta tecnica, il quale in un deciso intervento in uscita del suo portiere Valdes viene travolto e rimane tramortito al suolo: rialzatosi, prova a tornare in campo mentre Dani Alves sveste la tuta per riscaldarsi. I blaugrana trovano un altro spiraglio nella muraglia costruita del Chelsea grazie alla splendida combinazione fra Messi e Fabregas, che libera di tacco l’argentino sul cui  tiro seguente è bravo Cech, in uscita, a respingere. Piqué però non è in condizione, come dimostra l’azione successiva, nella quale Drogba addomestica il rinvio del portiere e supera il difensore catalano all’interno dell’area, prima di calciare sull’esterno della rete da posizione ravvicinata ma angolata. Entra dunque Dani Alves, che al 35’ minuto si rende decisivo con l’apertura per Cuenca, che dalla sinistra dell’area serve un rasoterra preciso che sorprende la difesa e sul quale si fionda Busquets, che appoggia facilmente in rete. Il Chelsea subisce il colpo, anche mentalmente: capitan Terry, a palla lontana, perde il controllo e rifila una ginocchiata nella schiena di Sanchez; l’arbitro se ne avvede e lo espelle. In dieci, i Blues vanno fuori giri e perdono un altro pallone sanguinoso sulla trequarti: Messi si avvicina all’area palla al piede e serve con tempismo magistrale alla sua sinistra Iniesta, che controlla, conta i passi e batte d’interno destro Cech. Sul 2-0 e con l’uomo in più, il Barcellona prova ad azzannare la preda ma quando l’asfissiante pressing offensivo dei blaugrana sembra aver effetto, i Blues riescono a imbastire una ripartenza sull’out di destra, grazie anche alla fisicità di Lampard, che regge i contrasti e lancia nello spazio l’accorrente Ramires che confeziona un pallonetto delizioso per la rete della speranza sul finire di tempo. Rientrati in campo, i catalani partono furiosi verso l’area dei loro avversari e, complice un’ingenuità del generoso Drogba, si guadagnano un calcio di rigore per fallo dell’ivoriano su Fabregas: dal dischetto va Messi ma si lascia irretire dalle movenze di Cech e calcia sulla traversa. Non demorde il Barcellona, che inizia a far grandinare tiri verso la porta difesa dall’estremo difensore ceco: prima Sanchez incoccia di poco a lato del primo palo un bel cross di Dani Alves, poi Puyol ci prova di nuca ma anche il suo tentativo finisce a lato, infine Cech chiude bene sul tentativo di Cuenca da dentro l’area. La risposta del Chelsea è tutta in una serpentina di Drogba nella propria metà campo, conclusa con un tiro pretenzioso quanto geniale verso la porta blaugrana: Valdes arretra in affanno e ferma la conclusione. Non a interesse però ad attaccare o tener palla la squadra di Di Matteo, che schiera una doppia linea ferrea a protezione dell’area, con gli attaccanti Drogba e il subentrato Kalou a protezione degli esterni in veste di terzini. Guardiola tenta le carte Tello e Keita per Cuenca e Fabregas, ma i londinesi reggono ogni assalto: Sanchez segna, ma il suo assista man, Dani Alves, è fermato in fuorigioco, mentre poco dopo Messi suggella la propria prestazione incolore e sfortunata colpendo un palo con una rasoiata da fuori area. Il Barcellona arranca nel trovare spazi e si proietta con l’intero organico nella trequarti offensiva, il Chelsea tiene e all’ultimo respiro trova il gol approfittando degli spazi lasciati a disposizione: su rinvio della difesa Torres, subentrato a Drogba, si fa tutta la metà campo indisturbato, dribbla Valdes e segna il 2-2. Mancano pochi minuti, ma ormai l’impresa è compiuta: non succede più niente, il Barcellona non riesce a battere per la quarta volta consecutiva il Chelsea al Camp Nou e chiudono così una settimana e mezza da incubo, nella quale salutano prima la Liga e poi la Champions League. Esultano invece i Blues che vanno in finale per la seconda volta nella propria storia e compiono un’impresa ragguardevole, affidandosi a un calcio vintage, fatto di catenaccio e contropiede.

Barcellona-Chelsea 2-2
(35′ Busquets, 43’Iniesta, 45′ Ramires, 90′ Torres)

(tuttomercatoweb.com)

 

 

24 April 2012 Last updated at 11:05 GMT

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Rangers fans voice fury at Scottish FA penalties

The Rangers Supporters’ Trust has accused the Scottish Football Association judicial panel of trying to “cripple” their club.

And they are considering a series of protests and boycotts against the penalties imposed on the Ibrox outfit.

Rangers have been hit with a 12-month transfer embargo and fined £160,000 in relation to their finances and the appointment of Craig Whyte as chairman.

A statement from the trust read: “This is a shameful decision”.

Rangers, who are in administration, were charged with six breaches of SFA regulations, with five guilty verdicts and one “not proven”.

The club’s administrators, Duff & Phelps, say the penalties are “draconian” and undermine their attempts to sell the club and will appeal against them.

The trust’s statement claims the SFA’s decision “has been taken with the sole purpose of crippling Rangers Football Club”.

Continue reading the main story

“Just when the club needs the SFA to help it… they kick us when we are down”

Rangers Supporters Assembly

It continues: “It is completely unacceptable and fans groups will be meeting to explore how we jointly express our opposition to this decision in the strongest possible terms.

“This could include protesting at Hampden on on the day of the Scottish Cup final as well as boycotting SFA sponsors.

“All options are on the table and no Rangers player or supporter can credibly play in or support the national side until this ridiculous decision is reversed.”

The Rangers Supporters’ Assembly made a similar point.

Their statement read: “Just when the club needs the SFA to help it… they kick us when we are down.

“Why did the SFA not investigate when they said they had suspicions before Christmas rather than wait until the club went into administration?

“We do not want to run away from our responsibilities and we accept that any wrong-doing needs to be dealt with but to do it now when we are trying desperately to exit administration is brutal in the extreme.”

The governing body wrote to Rangers on 1 December asking for clarification over Whyte’s declaration 24 hours earlier that he had previously been disqualified as a director, a fact that emerged almost six weeks previously in a BBC Scotland documentary.

The SFA announced they were launching a full independent inquiry on 17 February, three days after the club went into administration.

The findings of the inquiry led to several charges against the club and Whyte, who has been banned for life from Scottish football and fined £200,000.

The trust statement added: “Despite calls to delay this action the SFA persisted with this case while the club was not in a position to adequately defend itself and had the SFA done its job in the first place on Craig Whyte then this entire saga could have been avoided.

“Rangers supporters are appalled by this decision which brings shame on the SFA and the national game.”