La terza via scozzese


Da sempre, riferendosi al Regno Unito, si è soliti dividere i fans più accesi in due categorie: “scarvers” e “casuals”. I primi sono facilmente riconoscibili nelle loro sciarpe colorate e nelle magliette da calcio della squadra; così addobbati macinano km, ingurgitano ettolitri di birra e cantano, dote invidiabile, anche quando la loro squadra viene presa a pallonate. Poi ci sono i “casuals”, quelli che non portano i colori sociali e che costituiscono le “firms”;  non sono certo più quelli della prima generazione che mise a subbuglio mezza isola, ma ancora attivi, vivi e vegeti nonostante la repressione, seppure con numeri diversi rispetto ad allora, variabili da una realtà all’ altra. Come affermò la seconda generazione degli “Headhunters” del Chelsea: “Quando pensavate che tutto fosse finito, rieccoci!” In Scozia (ed in rare località dell’ Inghilterra, vedi a Newcastle, città che dal confine scozzese non dista molto) sta emergendo una, ancora marginale, terza categoria di fans accaniti che, non troppo lontana dal modello latino, si dedica fattivamente a coreografie e sostegno vocale. Tifosi organizzati a differenza degli “scarvers” ma più inclini al tifo che non a cercare contatti con fans rivali. A Glasgow i Celtic hanno messo in campo la  “Green Brigade” ed i Rangers il “Blue Order”, senza , peraltro, coinvolgere le rispettive frange di “casuals” note come “Celtic Soccer Crew”  e ” InterCity Firm”. Ad Aberdeen restano attivi i longevi “Aberdeen Soccer Casuals” ma gli spalti vengono colorati dai “Red Ultras”.Il contagio è arrivato fino a Newcastle, terra “di mezzo”, dove si sono costituiti i “Toon Ultras”. Tra “scarvers” e “casuals” duri e puri qualcuno, nella terra di “Braveheart”, sembra credere in una terza via.

La terza via scozzeseultima modifica: 2008-12-29T17:39:00+01:00da misterloyal
Reposta per primo quest’articolo

Comments Are Closed